A tutti i presbiteri e i diaconi della diocesi di Milano, specie a coloro che si sfiancano e si struggono perché l’oratorio corrisponda alla sua missione.
A tutti i consacrati e alle consacrate che vivono il loro servizio pastorale nella diocesi di Milano, specie a coloro che consumano le ginocchia e la voce, il pensiero e il cuore per annunciare il Vangelo alle giovani generazioni.
A tutti i laici, uomini e donne che hanno ruoli educativi nelle comunità della diocesi di Milano, specie a coloro che traboccano di gratitudine per l’oratorio della loro giovinezza e si affliggono di preoccupazioni pensando all’oratorio del futuro.
A tutti i giovani e gli adolescenti che si ritrovano in oratorio, specie a quelli che hanno tanta stima di sé da pensare che possono rendersi utili ai coetanei e ai più piccoli.
A tutti i genitori, da quelli di famiglie italiane dai tempi di Carlo Cudega a quelli di famiglie appena arrivate in Italia, specie a quelli che vivono la loro vocazione educativa come uno slancio e un cruccio, come una grazia e una frustrazione.
A tutti i fedeli della diocesi di Milano.
Le scarpe, come forse sapete, servono per camminare. Con le scarpe si può camminare senza bagnarsi i piedi anche se piove, senza ferirsi anche quando per strada ci sono sassi appuntiti.
È normale che a un certo punto un ragazzo senta le scarpe strette: significa che sta crescendo. Sarà necessario provvedere a cambiare le scarpe perché il giovanotto possa continuare il suo cammino e anzi correre verso la meta.
Per l’oratorio succede qualche cosa di simile, come è già successo nella sua storia. Sono cambiati i tempi, come si dice; sono diverse le famiglie e diversi i ragazzi. L’oratorio quindi si è adattato alle nuove esigenze, ha cercato di accogliere le richieste, di essere attento alle aspettative di famiglie e ragazzi per continuare ad aiutare il cammino di ragazzi e adolescenti nel loro diventare grandi e rispondere alla loro vocazione.
Gli adattamenti si sono fatti un po’ per volta: gli spazi sono più moderni e più sicuri, gli orari sono più attenti alle esigenze, educatori e animatori hanno fatto corsi per prepararsi a nuovi compiti e affrontare nuove problematiche.
Ci sono però dei momenti in cui si deve mettere mano all’impresa un po’ più impegnativa e complessa di un ripensamento complessivo della proposta educativa dell’oratorio, del suo funzionamento, delle attenzioni per offrire un ambiente sicuro, sereno, di vero aiuto per l’educazione cristiana di ragazzi e adolescenti, per la scelta personale di fede e per l’inserimento costruttivo nella comunità cristiana.
In questo cambiamento d’epoca sembra necessario fermarsi un poco per riflettere, discernere e orientare il processo di dare futuro agli oratori della nostra diocesi. All’impresa coraggiosa non bastano gli specialisti, non servono i nostalgici e i lamentosi, non si possono invitare quelli che l’oratorio non sanno neppure dove sia né quelli che lo scambiano per un campo di calcio. Perciò sono chiamati a dare il loro contributo tutti coloro che condividono la vita e la missione delle comunità cristiane del territorio e sono disponibili a dedicarsi a disegnarne il futuro.
Incoraggio perciò tutte le comunità cristiane a partecipare con impegno, intelligenza, lungimiranza, critica costruttiva alla riflessione condivisa sugli oratori, dal titolo “Oratorio 2020”, secondo le indicazioni che la FOM si fa carico di fornire e di raccogliere.
È venuto il momento di cercare un paio di scarpe nuove: abbiamo infatti un lungo cammino da percorrere e vorremmo essere attrezzati perché lo slancio non si stanchi e la gioia non si spenga, ma piuttosto cresca lungo il cammino il nostro vigore.
Buon lavoro! Buon cammino!
+ Mario DELPINI
Arcivescovo di Milano
PREGHIERA PER L’ORATORIO
Padre, come possiamo condividere la gioia di chiamarti “Padre”?
Donaci la grazia di ritrovarci in oratorio
per imparare a pregare, a sognare, a servire
nel tuo nome:
Padre, sia santificato il tuo nome!
Padre, che cosa possiamo sperare?
Donaci la grazia di vivere in oratorio
amicizie, feste, solidarietà con chi soffre ed è solo,
per coltivare i segni del tuo regno:
Padre, venga il tuo regno!
Padre, che senso ha la nostra vita?
Donaci la grazia di trovare in oratorio
la tua parola vivente, le buone ragioni per aver stima di noi stessi,
la presenza di giovani e adulti, uomini e donne di fede,
perché ci aiutino a riconoscere che tu ci chiami alla pienezza della gioia:
Padre, sia fatta la tua volontà!
+ Mario Delpini