Carissimi amici e compaesani, ho voluto introdurre questo saluto con alcune parole di un canto brasiliano, che in forma di augurio si canta a chi parte. É vero che nel partire, anche se non così lontano questa volta, ci sono sempre aspettative e preoccupazioni, ma col Signore nel cuore la missione è sua e non nostra. Guardando indietro vedo che già sono passati quattro anni da quando sono stato invitato da don Reginaldo a celebrare il mio XXV° di Messa, in occasione della Festa del Santuario, con già in cuore un’ansia per le vicende che come famiglia abbiamo vissuto con la malattia e la morte di mia sorella Luisa. Ringrazio la comunità Pastorale che m’ha dato la possibilità di accompagnarla come pastore di questa chiesa ambrosiana che m’ha visto partecipe nella mia formazione di fede, e che guardo nel mio cuore con tutta la mia gratitudine.
Non posso dimenticare in particolare don Giovanni Annovazzi che dal cielo continuerà a intercedere per noi. Ma ora ritorno in una Comunità Comboniana, quella di Gozzano (in provincia di Novara): saremo attualmente solo in tre padri, ciascuno con una propria caratteristica e un bagaglio di fede e di generosità maturate in contesto di missione ben differente l’uno dall’altro, ma certamente arricchente. Ora siete accompagnati da due giovani sacerdoti, pieni di aspirazioni e di amore per Il Signore e per la sua Chiesa. Ricordate le parole tuonanti del nostro Vicario Generale nella sera di Pentecoste “Superare le mentalità di rassegnazione, e uscire incontro all’altro e accoglierlo, perché in Cristo siamo fratelli.”
Grazie per Le vostre preghiere e la vostra solidarietà, e, come dice Papa Francesco: “Continuate a pregare per me”.
Padre Aurelio Riganti
Carissimo Padre Aurelio, nell’imminenza del tuo “rientro” insieme ai tuoi confratelli lo facciamo anzitutto grati per quanto ricevuto in questi quattro anni in cui sei stato tra noi. Ti siamo grati e riconoscenti per la disponibilità generosa e sollecita nella celebrazione delle Sante Messe e in confessionale;
certamente anche per le parole che “ci hai regalato” nelle tue omelie, “eco e cassa di risonanza” della Parola che salva. Noi preti poi non possiamo dimenticare i momenti di fraternità sacerdotale e di vita pastorale che abbiamo insieme condiviso. Qualcuno dice che “dove c’è gente c’è missione dappertutto, proprio come Gesù ha raccomandato il giorno dell’Ascensione ai suoi discepoli: “Andate in tutto il mondo e ammaestrate tutte le genti battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. Questo comando tu lo hai preso sul serio e ne hai fatto la tua ragione di vita, la risposta a quella vocazione cui il Padre ti ha chiamato e per la quale ti ha pensato e voluto e pensato prete e missionario Comboniano.
In questa nuova avventura che ti appresti a vivere allora parti convinto e sereno, sapendoti accompagnato e sostenuto dalla preghiera e dall’affetto di tutti i fagnanesi.
don Federico, don Alessio, don Matteo, il diacono Cristoforo, le suore e tutti i fedeli della Comunità Pastorale