Stiamo per preparare un oratorio che sia una casa per i ragazzi e le ragazze anche durante l’anno. Un oratorio dove ciò che conta è l’accompagnamento personale.
Per questo siamo chiamati a riprendere lo stile delle comunità educanti e a metterlo in pratica. Tutti i soggetti coinvolti nella crescita integrale di ciascun ragazzo si mettono insieme, sperimentano il confronto e il dialogo, discutendo sulle scelte da fare per il bene che riguarda proprio quel singolo ragazzo o ragazza, per il quale perdono il loro tempo e dedicano il loro servizio e il loro affetto.
Così i genitori possono non solo essere coinvolti nelle attività dell’oratorio ma riconoscersi davvero come “soggetti” nell’educazione dei loro figli, sapendosi implicati in prima persona dentro una rete di supporto, formata da catechisti, educatori, animatori, allenatori, figure adulte ed esemplari dell’oratorio, insegnanti che si ritrovano nel contesto della comunità, consacrati e consacrate, preti e responsabili, in un tutt’uno che sceglie (per il) bene dei singoli ragazzi, chiamandoli per nome e proponendo per ciascuno possibili salti in avanti.
Un oratorio che dice “Scegli (il) bene” propone la vita buona del Vangelo, puntando sull’animazione, sul gioco e sulle attività laboratoriali, anche durante l’anno, sforzandosi di convocare un gruppo di animazione che possa occuparsi di rendere l’oratorio una casa accogliente sempre.
Ma soprattutto potremo sforzarci di costruire percorsi in cui i ragazzi si sentano coinvolti nella scelta preferenziale per i poveri, comprendendone il vero significato, che mette in relazione il volto dei poveri con il volto di Gesù.
Accanto a questa predilezione, ci sentiamo obbligati – visto anche il contesto in cui viviamo – a farci promotori, in oratorio e attraverso l’oratorio, di percorsi di reciproca accoglienza, di pace e di apertura verso tutto ciò che è differente, per poter esprimere la bontà di Dio e metterci così al suo servizio nel mondo, promuovendo una cultura che nasce dall’amore e costruisce la “civiltà dell’amore”, a partire dai più giovani.