GMG MDS

In questi giorni si apre la XXXVII GIORNATA MONDIALE della GIOVENTÙ a LISBONA, evento mondiale cui prenderanno parte anche i 18enni e giovani della nostra Comunità Pastorale con don Simone.

Incontreranno il Papa, vivranno momenti intensi di fede e di Chiesa, di comunità e di amicizia, di scoperta e ascolto che resteranno memoria indelebile nel loro cuore. Li accompagniamo in questi giorni con l’affetto e la preghiera e oggi vorrei farlo con le parole di Marco Pappalardo, docente e scrittore, riportate in un articolo originale pubblicato su “Avvenire” della scorsa settimana.

Vuole essere un semplice suggerimento, un augurio per questa avventura che, ne siamo certi, per tutti sarà bellissima.

La Giornata mondiale della gioventù è alle porte e Lisbona è già pronta ad accogliere migliaia di giovani da tutto il mondo che giungeranno in pullman, in treno, in aereo, in auto, in pellegrinaggio, carichi di entusiasmo e gioia. Carichi anche dello zaino da riempire dell’essenziale, cercando di dare ordine alle cose, mettendo in evidenza ciò potrà essere utile e quotidiano, lasciando spazio per un amico che non lo avrà nel suo, per un dono da portare a casa.

Sì, lo zaino! Quello della mia vita: gioie, dolori, dubbi, certezze, sogni, affetti. Sarà utile far spazio alla meraviglia, alla novità, ai doni, alla fantasia di Dio. Ed io cosa porterò con me?

Porto con me delle scarpe adatte! Chiuse e aperte, sandali e sportive, i piedi dovrò trattarli bene, ci sarà da camminare.

Sì, le scarpe! Immagine di ogni cammino, piedi per terra e sguardo in cielo. Poi le toglierò come Mosè dove “il terreno è sacro”: la vita degli altri, la presenza di Dio.

Porto con me il cappello! Mi proteggerà e sarà un segno di riconoscimento e di appartenenza. A volte metafora della ricerca di un ruolo, di potere, di essere alla moda; ma togliersi il cappello è ancora meglio: è simbolo di chi si riconosce piccolo e umile, di chi comprende un gesto d’amore e sa ringraziare.

Porto con me l’orologio! Non per diventare schiavo delle cose da fare, ma per valorizzare il tempo come un dono ricevuto e offerto. C’è un tempo speciale nel quotidiano di chi attende: il momento opportuno, l’Infinito che si fa presente.

Porto con me una penna! Sì, quel piccolo vecchio strumento con cui, nell’era della comunicazione touch, scriverò il mio diario, sentimenti e impressioni, le parole più belle e provocanti delle catechesi e i discorsi del Papa.

Porto con me un block notes! Roba vecchia nell’era dei cellulari multifunzione, ma sempre utile per appunti, per scrivere qualche pensiero. Un notes sa che i suoi fogli per essere significativi dovranno essere staccati e soffrirà sul momento lo strappo. Così è per una vita in attesa desiderosa solo di essere segnata dalla mano di un “Pittore invisibile”, perché da uno schizzo venga fuori un’opera d’arte.

Porto con me una borraccia! Ci sarà bisogno di una scorta d’acqua in previsione di lunghe camminate. Sì, una borraccia che mantiene l’acqua fresca come fresco deve essere l’entusiasmo nel vivere questo evento di fede. Per quest’acqua ci mettiamo in viaggio e ne conserveremo una parte da offrire una volta ritornati a casa.

Porto con me le chiavi di casa! Così mi sentirò a casa anche a Lisbona, perché “dov’è il tuo tesoro sarà anche il tuo cuore”. Mi ricorderanno anche che, finito l’evento, si ritorna e inizia la vita quotidiana, non in Portogallo ma a casa con uno sguardo nuovo sulla realtà.

Porto con me il sacco a pelo! Sarà necessario per la notte, soprattutto per la veglia. Simbolo di una vita in movimento, come una tenda, mobile non legata per sempre alla terra, che abbia invece i suoi appigli in cielo.

Porto con me il Vangelo! Forse sembrerà ovvio, ma credo che non lo sia. Lo terrò nel cuore e nella tasca, sarà la “guida delle guide” per ogni giornata e ogni incontro. Qualche volta sarà pesante e forse anche fastidioso, ma per questo lo porto: per destarmi quando sarò troppo comodo!

Porto con me una foto di famiglia! Non per una questione nostalgica, ma perché ciò che sono oggi lo devo in buona parte alla mia famiglia, che mi sostiene sempre, crede in me, mi sta accanto anche quando sbaglio, condivide sogni e progetti.

Porto con me le preghiere di tanti amici e non solo! Molti mi hanno chiesto di pregare per loro, soprattutto per le situazioni di sofferenza. Sì, porto tutte queste preghiere, quelle non espresse o di chi mi ha detto “che ci vai a fare”. C’è quasi tutto, anche lo spazio per i regali. Ora, però, non è più tempo di “portare”, ormai è tempo di Gmg».

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