Pubblicato il 2 maggio 2018 · Categorie: Comunicazioni

maria

“Rubo” dal titolo di un libro letto qualche anno fa di mons. Tonino Bello questo titolo, per introdurre la nostra Comunità Pastorale al mese di maggio. L’obiettivo di questo vescovo era suggerire la figura di Maria come punto di riferimento della vita cristiana, proponendola di volta in volta come esempio e modello per la vita cristiana della gente. Così scriveva a proposito della Madonna: «Maria, la vogliamo sentire così. Di casa. Mentre parla il nostro dialetto. Esperta di tradizioni antiche e usanze popolari. (…) Vogliamo vederla così. Immersa nella cronaca paesana. Con gli abiti del nostro tempo. Che non mette soggezione a nessuno. Che si guadagna il pane come le altre. Che parcheggia la macchina accanto alla nostra. (…) Vogliamo immaginarla adolescente, mentre nei meriggi d’estate risale dalla spiaggia, in bermuda, bruna di sole e di bellezza. (…) La vogliamo nei sogni festivi e nelle asprezze feriali. Sempre pronta a darci una mano. A contagiarci della sua speranza. A farci sentire, con la sua struggente purezza, il bisogno di Dio. E a spartire con noi momenti di festa e di lacrime. Fatiche di vendemmie e di frantoi. Profumi di forno e di bucato. Lacrime di partenze e di arrivi. Come una vicina di casa, dei tempi antichi. (…) Santa Maria, donna dei nostri giorni, vieni ad abitare in mezzo a noi e ascoltaci mentre ti confidiamo le ansie quotidiane che assillano la nostra vita moderna: lo stipendio che non basta, la stanchezza da stress, l’incertezza del futuro, la paura di non farcela, la solitudine interiore, l’usura dei rapporti, l’instabilità degli affetti, l’educazione difficile dei figli, l’incomunicabilità perfino con le persone più care, la frammentazione assurda del tempo, il capogiro delle tentazioni, la tristezza delle cadute, la noia del peccato».

 

È bello sentire e sapere Maria, come “donna dei nostri giorni”, compagna di strada nel cammino della nostra quotidianità, la Madre di Dio e della Chiesa che veglia e tiene tutti sotto il suo manto e la sua protezione; l’amica che ci fa sentire il bisogno e il desiderio struggente di Dio. È per questo che ci lasciamo tenere per mano da lei in questo mese di maggio, pregandola con fede, ogni sera, escluso il sabato, “ospitandola” nelle case, nelle chiese e negli oratori del nostro paese, girando di volta in volta là dove si vorrà fare posto alla preghiera comune. A differenza degli ultimi anni non ci daremo una scansione precisa nei tempi e nei luoghi, ma lasceremo – a chi desidera ospitare la preghiera del Rosario nel proprio cortile – di farsi avanti presso la segreteria parrocchiale per segnalare la disponibilità e la data prescelta.

 

Alcuni momenti fissi saranno i seguenti: – Ogni domenica sera pregheremo il Rosario alla grotta della Madonna vicino alla Chiesa di San Gaudenzio.

 

- Il mercoledì invitiamo alla preghiera del Rosario di volta in volta i ragazzi che frequentano la catechesi dell’Iniziazione Cristiana e i preadolescenti (9/5 i cresimati, 16/5 i ragazzi/e che hanno ricevuto la loro I Comunione, 23/5 i preadolescenti di II e III media, 30/5 II e III elementare…). Il rosario sarà di volta in volta in un oratorio diverso delle nostre tre parrocchie.

 

– Apriremo il mese mariano con la preghiera del Rosario e la Messa in Santuario (il 1 maggio) e lo chiuderemo solennemente con il pellegrinaggio tradizionale della Comunità Pastorale al Sacro Monte di Varese il 28 maggio (a breve apriremo le iscrizioni). La preghiera quotidiana del Rosario sarà semplice e guidata dai laici; il sacerdote concluderà la preghiera con la benedizione finale. In caso di maltempo il Rosario si pregherà nelle Chiese corrispettive alle abitazioni ospitanti. Per quanto ci sarà possibile gustiamo e godiamo di questa possibilità di preghiera che ci viene offerta e di devozione e venerazione a Maria, donna dei nostri giorni.

                                                                                                                                                                                                                                                                   don Federico

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