Pubblicato il 23 dicembre 2018 · Categorie: Comunicazioni
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Incontri interessanti lungo la strada per Betlemme.

Porto nel cuore pensieri e immagini, volti e incontri di persone di età diverse, vicine e lontane: benedizioni delle famiglie, visita ai malati, domeniche insieme e ritiri, incontri casuali. Storie diverse di gente incontrata in particolare in quest’ultimo mese, che per me sono diventate dono da condividere con voi: dopotutto… è Natale. Lo faccio scegliendo tra i miei ricordi quattro persone cui affido un nome di fantasia, ma quanto condiviso con loro vi assicuro corrisponde a realtà. Aspettando il Natale porto nel cuore il ricordo di Martina, bimba di quattro anni, che, il giorno della benedizione natalizia alla scuola materna, alla mia domanda circa il senso della festa del Natale mi ha risposto: “Non sai cos’è il Natale? Semplice: nasce Gesù”. E io ad incalzare: “E chi è Gesù?”. Risposta altrettanto spontanea: “Il Capo del mondo”, una “persona specialissima”. Natale è invito sapiente e fecondo a non dimenticare a Chi appartiene il mondo e la storia, a ricordarci Chi  ne è il Signore e soprattutto di quale grazia e fortuna noi godiamo: essere amici di quella “specialissima persona” che è Gesù Cristo.

 

Aspettando il Natale porto nel cuore il ricordo di nonno Carlo, costretto a letto dall’età avanzata, dalle gambe inferme, ma soprattutto da una malattia invalidante: visitandolo a casa per la confessione e comunione abbiamo “sconfinato” in una riflessione sul senso del tempo in cui viviamo, delle scelte dei giovani, del coraggio di mettersi in gioco. Ricordo alcune sue parole: “Oggi, come ai miei tempi, le cose non sono poi tanto cambiate: ciò che importa, quello che ci fa camminare dritti ed essere uomini veri è tenere la barra della vita saldamente in mano e custodirci nella fede. Se siamo onesti e giusti, non possiamo non ascoltare il Signore. Ma dove pensa di andare il mondo oggi, mettendo Dio alla porta? E poi dobbiamo smettere di parlare e di lamentarci! È ora di fare qualcosa per cambiare questo mondo e renderlo migliore”. Natale è occasione per ritrovare la bellezza di vivere la propria umanità con passione e creatività, come ha fatto Gesù Cristo, l’uomo perfetto, pienamente realizzato e incarnato. Non possiamo permetterci di buttare la nostra dignità di figli e la responsabilità di vivere come fratelli, amandoci gli uni gli altri. Noi credenti possiamo e dobbiamo cambiare il mondo per renderlo migliore e lasciare il nostro segno nella storia, vivendo e amando come Gesù.

 

Aspettando il Natale porto nel cuore il ricordo di Lucia, preadolescente di II media incontrata domenica sul sagrato della Chiesa al termine della consegna del pensiero natalizio ai malati a nome della Comunità Pastorale. Ne ho raccolto la confidenza: «Pensavo onestamente che fosse uno “sbatti” andare in giro a fare ‘sta roba, don! Invece mi sono divertita e ricreduta. Queste “quattro nonnine” da cui siamo andati sono state carinissime: ci hanno fatto entrare, offerto caramelle e cioccolatini, ascoltato e chiesto della scuola. Una di loro ha pianto quando ce ne siamo andati. Ci vuole poco per far felice una persona ed essere felice anch’io.

Natale è riscoprire la logica bella e piena di valore del donare e donarsi: quanto è vero che “c’è più gioia nel dare che nel ricevere” e che, se lo si fa col cuore, si riceve poi molto più di quello che si è dato. L’Incarnazione di Cristo ci ricorda che una vita non serve se non è donata, offerta per tutti.

 

Aspettando il Natale porto nel cuore il ricordo di Luigi, che sabato scorso nel tardo pomeriggio, dopo aver passato la giornata a pulire la Chiesa di San Gaudenzio insieme a diversi altri, togliendo quintali di terra e polvere da ogni dove, mi ha detto: “Abbiamo fatto il miracolo, don, ma stasera la nostra Chiesa è bellissima e soprattutto è pronta per la Messa”. Il mistero del Natale ci rivela la bellezza di un Dio che vuole così tanto bene al mondo da mandare il Suo Figlio a servire l’uomo, amandolo “sino alla fine”: Gesù ci insegna che il valore del servire sta nel compiere ciò cui siamo chiamati facendolo unicamente per Lui e per la Chiesa, non per sé stessi, per il prete di turno, per gratificazione, potere e prestigio personale. La logica del Natale e la logica della Pasqua coincidono: il più grande si fa piccolo per il bene e la salvezza dell’umanità. Potrei andare avanti per molto… “aspettando il Natale”, raccontando di altri volti e incontri, ma basta così… Ho capito che il Natale passa dalle cose semplici, dai volti limpidi e schietti, dalla carità sincera, dall’affetto puro che non vive di pretese, dal desiderio di comunione e fraternità che allarga il cuore, dalla preghiera silenziosa che nutra l’anima e rende leggeri e felici, dal silenzio operoso ed efficace.

Ho capito che anche qui a Fagnano, è Natale e Gesù sta passando.

                                                                                                        Oggi. Domani. Sempre. Buon Natale!

                                                                                                                           don Federico

 

 

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