Data evento: sab 10 giugno 2017 · Pubblicato il 18 aprile 2017 · Categorie: Eventi - Comunità

Tra i 10 Candidati c’è anche il “nostro” don Alessio Marcari che riceverà l’ordinazione in Duomo , con i suoi compagni sabato 10 Giugno 2017

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Il motto «Con amore che non conosce confini» è tratto dal Vere Sanctus della Preghiera Eucaristica VI. «Tali parole, che il celebrante pronuncia poco prima di declamare il racconto dell’istituzione ci rimandano a una grande, semplice e disarmante verità – spiega Davide Brambilla, facendosi portavoce dei suoi compagni -, ovvero che l’amore di Cristo è incommensurabile. È stato questo a guidare la sua azione di salvezza e la sua predicazione, fino al dono del suo corpo e del suo sangue».

I futuri sacerdoti, saranno chiamati ad annunciare e a testimoniare questo amore, senza confini di sorta, né geografici, né esistenziali, assumendo Cristo a paradigma di tutta la loro esistenza. E al centro fondante della fede cristiana fa riferimento anche l’immagine, tratta dal nuovo Evangeliario Ambrosiano, dono alla Diocesi del cardinale Dionigi Tettamanzi, alla fine del suo episcopato.

«Nella celebrazione pomeridiana del Venerdì Santo, durante la proclamazione della Passione, quando si giunge alla morte di Gesù, tutto si ferma in un silenzio orante – spiega Brambilla -, poi il ministro riprende la lettura, volta la pagina dell’Evangeliario e si ritrova davanti un’opera che lascia senza fiato. Perché se normalmente le immagini affiancano il testo del Vangelo, questa lo innerva e lo ingloba, azione che è propria del mistero che raffigura».

L’artista contemporaneo Nicola Samorì illustra infatti la crocifissione in una doppia pagina di un nero cupo, che sottolinea il carattere drammatico degli eventi narrati. Ad avere emozionato i dieci seminaristi è quel crocifisso dai toni bianco-grigi che si staglia sul fondo, circondato da una nube di piccolissime gocce bianche e d’oro: un cielo stellato che non conosce confini, così come l’amore di Gesù Crocifisso. «È un corpo che emerge dall’oscurità, è un’immagine di sospensione, di mistero», aggiunge Brambilla e, facendosi ancora una volta portavoce del pensiero degli altri futuri diaconi, arriva al cuore della missione che li aspetta: «Come preti desideriamo essere capaci di portare la luce del Crocifisso Risorto anche nei luoghi più bui, nelle periferie più desolate e testimoniare così l’amore di Cristo che non conosce confini». Un impegno preciso e importante, che riassume e dà un senso al cammino vocazionale intrapreso negli anni di Seminario.

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